Sono uno a cui i luoghi comuni e le frasi fatte hanno sempre suscitato un certo fastidio, soprattutto perché concernono la preclusione di verifiche soggettive ed indipendenti in beneficio di banali giudizi aprioristici. Di luoghi comuni potrei citarne a decine di dozzine, ma ce n'è uno solo che al momento voglio infrangere, vale a dire: "un libro non si giudica dalla copertina".
Per certi versi è vero, una copertina è scindibile dal valore del testo ivi contenuto ma, per quanto sia un'asserzione che su carta detiene una certa dignità, è proprio sullo stesso supporto (ora non più figurativo) che trova riscontro di scelte editoriali che possono compromettere il lavoro sinergico del rapporto copertina/testo.
Esempio di tale malfunzionamento è Tutti i romanzi e i racconti di Howard Phillips Lovecraft.
Il nome di Lovecraft suscita tensioni ataviche che si cristallizzano negli scenari da lui descritti su cui si muovono entità ancestrali capostipiti, precursori o, addirittura, creatori di tutte le specie biologiche presenti sulla terra; un iter fantascientifico che, con il pretesto della scoperta archeologica, accresce la conoscienza fino a stravolgere totalmente la concezione che ha l'uomo della sua natura determinando, così, un orrore puro che, se non provoca la morte, porta alla pazzia.
Ora mi domando: come può una copertina raffigurante un ritratto caricaturistico (quindi comico) dell'autore riproporre l'oscurità propria delle tematiche da egli affrontate? Di sicuro non sfruttando uno sfondo nero!
La Newton Compton è una casa editrice che pubblica scritti di qualità a prezzi contenuti (cosa che non si può dire di tutti), ma nonostante il già citato Tutti i romanzi e tutti i racconti sia offerto a poco meno di 25 euro - prezzo in verità invitante, dato che si tratta dell'intera bibliografia -, dopo averci rimuginato su a lungo, infine optai per Le montagne della follia della stessa casa editrice. La copertina era più adatta.
Gli altri testi di H. P. li comprerò con calma.
P.s. L'ideatore grafico della raccolta lovecraftiana meriterebbe quantomeno una denuncia.
Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio. Arthur Schopenhauer
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