Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio.
Arthur Schopenhauer

venerdì 1 ottobre 2010

Danilo Arona - L'ombra del dio alato (2003)


Sin da principio non voglio nascondere che pochi libri mi hanno coinvolto come questo di Arona, che già in precedenza mi aveva entusiasmato col successivo, nonché suggestivo romanzo Black Magic Woman, datato 2006. L'ombra del dio alato è invece un saggio tout-court in cui l'autore, avvalendosi dell'interdisciplinarità, rileva una trama unica che sembra collegare strani riti risalenti ad oltre 10 mila anni fa che prevedevano l'uso non specificato di ali appartenenti a grandi volatili (riemerse grazie ad importanti scoperte archeologiche verificatesi intorno agli anni '50) ad alcuni avvenimenti “particolari” che riguardano l'attuale popolazione occupante il pianeta, tutto ruotando attorno alla figura del dio alato che altri non è che Pazuzu, la dispettosa entità che si era indebitamente appropriata del corpo della giovane Regan McNeil (Linda Blair) nel film L'esorcista e che qui funge da fulcro.

«Ormai da molti anni stiamo assistendo a una vasta proliferazione di studi e ricerche su una serie di aspetti misteriosi e irrisolti riguardo il passato dell'umanità. Aspetti che non sempre hanno ricevuto la necessaria attenzione da parte degli ambienti accademici, della scienza cosiddetta “ufficiale” e dell'archeologia tradizionale.»

Con queste parole Arona c'introduce in un mondo, il nostro, che sin dalle prime pagine fatichiamo davvero a riconoscere come tale; la scorrevolezza è tale da confondere leggenda e storia, senza causare troppi problemi relativi alla logica o la veridicità dei fatti. Proprio su questo punto è incentrata la tecnica capace di Arona, merito anche della sua attività giornalistica: per quanto il tutto sia suffragato da una bibliografia archeologica ed esoterica di tutto rispetto, la sua forza sta nella trama quasi (?) romanzata. Criptoarcheologia, clipeologia, esperimenti genetici alle fondamenta della civiltà, piogge sui generis, esperimenti [fanta]scientifici nell'epoca contemporanea, esorcismi, avvistamenti collettivi di creature “sconosciute”; questi sono gli ingredienti di cui sembra andare ghiotto Pazuzu, il demone alato ibridato con rettili cani ed aquile.
Chi non è avvezzo a questi temi, potrebbe trovarsi coinvolto in una lettura seminale ed analizzare la prima delle infinite porte che in seguito avrà voglia di aprire, diffidente o no che sia; chi invece ha già “le mani in pasta”, non troverà grosse novità, ma potrebbe comunque divertirsi scivolando su queste pagine che a tratti profumano di noir.