Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio.
Arthur Schopenhauer

martedì 23 marzo 2010

Danni sociali e problemi morali dell'alimentazione - Parte I

Introduzione

Quando si parla di alimentazione e genuinità è purtroppo necessario farlo con calma e tenacia perché quando ci si scontra con le abitudini vigenti, la tradizione, gli usi e i costumi comuni è inevitabile ritrovarsi coinvolti in uno scontro verbale. Se da un punto di vista psicologico tali reazioni sono scontate e prevedibili, da un punto di vista pragmatico i risultati sono davvero sconfortanti. Del resto, come si suole dire, "l'abitudine è dura a morire", ed ecco che anche le persone verso cui si nutre un'opinione più che positiva esternano il mostro che - generato dal "sonno della ragione" - giace in loro.
Detto ciò, voglio subito precisare che nel testo seguente non inserirò molti dati scientifici o medici a sostegno della causa vegetariana/vegana, a. perché le mie teorie non possiedono alcun valore in merito, b. perché ci sono professionisti con credenziali ben più attendibili che già lo hanno fatto e che continuano a farlo; bensì argomenterò questa scelta di vita sotto un profilo meramente opinionista. Inoltre il mio non vuole essere un attacco generale e qualunquista diretto a tutti i consumatori di carne, ma confido nella speranza in cui, leggendo le mie parole, qualcuno possa convertirsi, per così dire, come capitò a me alcuni anni fa leggendo le pagine del blog Un cane non abbaia a caso.


Superiorità ed alimentazione

Che l'essere umano sia una creatura "superiore" a tutte le altre specie animali è palese. Ma superiore in cosa? E cos'è la superiorità?
La superiorità della specie umana è di tipo intellettuale, affermazione che trova riscontro nell'enormità numerica delle connessioni sinaptiche registrate dagli scienziati – "[…] noi abbiamo 10 alla 11° cellule [cerebrali], ciascuna ha circa 10.000 connessioni, quindi 10 alla 15° connessioni” (Boncinelli, 2001) –, vale a dire un numero enorme di operazioni possibili che, seppur limitate, supera nettamente le facoltà di cui qualunque altra specie animale attualmente disponga.
Preso atto di ciò, è interessante capire come l'uomo abbia sfruttato le sue facoltà nel peggiore dei modi possibili a discapito dei più deboli sfruttando, abusando, uccidendo loro senza nessuna necessità; ma innanzitutto è utile introdurre un'ulteriore precisazione, cioè la grave colpa di cui l'uomo si è reso artefice col pretesto della sua “superiorità”: ossia lo specismo.
Lo specismo si fonda nel triste contesto della presunzione, della speculazione, dell'illusione e del sadismo che è madre fondante anche di sessismo e razzismo: il razzismo fonda la sua ideologia faziosa sul presupposto dell'appartenenza ad una razza superiore che non ha come unica differenza il colore della pelle, ma anche facoltà mentali maggiori, bellezza fisica superiore, nonché la benevolenza divina dalla sua parte, quindi le altre razze che differiscono da quella “prescelta” sono viste come minaccia alla propria superiorità di razza laddove si verifichino fornicazioni interrazziali che comprometterebbero la genetica favorevole; alla stessa maniera il sessismo prevede la predominanza di un sesso per meriti di origine “naturale” o per volontà divina, difatti molte sono le religioni – ed in particolare quelle monoteiste – che considerano la donna subdola e tentatrice, che quindi necessariamente deve essere assoggettata dall'uomo ed esercitare il proprio ruolo di manutentrice casalinga e bambinaia rinunciando ad un'emancipazione che non le spetta e all'indipendenza. Alla stregua di tali atteggiamenti nei confronti dell'altro è considerabile (ed è da considerare) lo specismo, secondo cui l'uomo è dominatore e gli animali sono schiavi utili alla compagnia, all'aiuto per la manodopera di lavori pesanti e al nutrimento di esso.
Adesso prendiamo atto di un altro fattore, cioè dell'inesattezza dell'idea di alimentazione naturale dell'uomo. Nonostante la Chiesa sembri ancora sostenere le tesi del creazionismo, tutti ormai siamo a conoscenza del fatto che l'uomo sia l'evoluzione di una particolare specie di scimmia e che, attualmente, la differenza genetica che corre tra la nostra specie e quella dello scimpanzé è pari circa al 2%. Se tutte le scimmie hanno un'alimentazione prevalentemente frugivora, cioè consumano soprattutto frutta e semi (fatta eccezione per i tempi di carestia in cui, per sopravvivere alla scarsità di cibo, si adattano alla caccia), come mai diamo per scontato il fatto che l'uomo sia onnivoro per natura? Per rispondere a tali quesiti alcuni studiosi hanno annotato le differenze fisiche che distinguono carnivori, onnivori e frugivori.

Carnivori: struttura fisica predatoria, saliva e urina acida, lingua ruvida, mascelle per lacerare e mordere, intestino corto tre volte il proprio tronco per eliminare la carne velocemente, placenta zoniforme, stomaco semplice, secrezione gastrica fortemente acida per digerire abbondanti proteine.
Onnivori: quattro zampe, coda, incisivi sviluppati, saliva ed urina acida, fondo dello stomaco arrotondato, intestino lungo otto volte il tronco.
Frugivori: struttura fisica non offensiva, pollice della mano opponibile adatto a raccogliere semi e frutti, canini poco sviluppati, denti adatti a triturare cibi duri, saliva ed urina alcalina, numerose ghiandole salivari, lingua liscia, intestino lungo circa dodici volte il tronco, stomaco con duodeno, secrezione gastrica poco acida.
[Fonte]

Il fatto che l'uomo nel corso dei millenni si sia adattato al consumo sistematico della carne non giustifica comunque l'abuso che, altrettanto sistematicamente, concretizza ogni giorno massacrando inutilmente centinaia di migliaia di animali. Oggi, più che nei secoli scorsi, sappiamo con certezza che la carne non è indispensabile alla sopravvivenza dell'uomo; e non solo, sappiamo per certo anche che essa è causa di molti mali anche gravi e di inestetismi (vedi il gozzo) che attaccano il nostro organismo quando se ne verifica un eccessivo consumo perché il nostro apparato digestivo non è adatto a smaltire i grassi e le sostanze dannose che contiene. Abbiamo forse dimenticato che l'alimentazione non è un vizio ma un bisogno? E perché dovremmo continuare a non rispettare le altre forme di vita pur essendo coscienti della futilità del nostro sistema comportamentale?
Ammettiamo solo per ipotesi che, data la sua particolare intelligenza, l'uomo sia più importante di tutte le altre specie ed abbia il potere di fare per loro il buono e cattivo tempo: un adulto che massacra di botte un bambino ostenta la superiorità della sua forza o commette un grave crimine? un maschio che violenta una donna concretizza le sue pulsioni sessuali avvalorate dalla forza fisica o è un immorale e pericoloso stupratore? un ragazzino che schernisce un coetaneo con handicap mentali dimostra la superiorità della sua intelligenza o è un vigliacco da allontanare?
Perché allora dovremmo considerare normale ciò che avviene nei macelli e non dovremmo fare il possibile affinché questi vengano banditi ed ogni razza animale protetta? Prima di prendere la forma di una bistecca, quel pezzo di carne che riempie il piatto apparteneva ad un animale senziente, che provava paura, dolore, e che nel terrore e sotto atroci torture e sofferenze è morto. Ogni animale, dal mammifero, al pesce, all'insetto, ha una sua vita da vivere ed il confinare, il recintare, il torturare, l'ammazzare dell'uomo è un'immoralità che non deve più essere ammessa.


Qui i paragrafi seguenti.

domenica 7 marzo 2010

la rubrica della domenica #5

Siete condannati a morte nel vostro quieto vivere.



Una sola frase che ben esplicita concetti che necessitano molte parole per essere compresi, se a doverli comprendere è la medio-piccola borghesia.