Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio.
Arthur Schopenhauer

lunedì 7 giugno 2010

Gorgoroth - Incipit Satan (2000)

Ho deciso di riproporre anche sul mio blog le recensioni che nei mesi scorsi ho scritto per Audiolesi (e conto ancora di scriverne di nuove); tra l'altro questa dei Gorgoroth Blogger l'ha anche eliminata... e va be'!

Continuo a cavalcare l'onda old-school black metal varata da xandreax citando in giudizio un'altra band norvegese legata al già segnalato Burzum: i Gorgoroth.
Il black metal, signori miei, è per il metal ciò che l'emo (nell'accezione più attuale del termine) è per l'hardcore, ossia il fratello sfigato che si rinnega perché ritenuto motivo di imbarazzo. Tuttavia, seppur mai mi troverete a recensire i My Chemical Romance, io tendo a prendere le difese di Caino. Non so se in realtà esiste attrito tra il metallaro medio e il black metal, ma le differenze ci sono eccome; mentre il metallaro vanta virtuosismi a go-go e/o velocità fantascientifiche, il metallaro nero non tiene affatto conto della tecnica affinché ne giova il contenuto e anche se suona sedicesimi non offre mai un senso di reale dinamicità. Inoltre il metallaro nero per supportare coerentemente tali tesi le avvalora di un sound prevalentemente rough, quindi, più che ai suoi capostipiti heavy, per attitudine è affine alla concezione dei punks '77.
Considerato il contesto, bisogna ammettere che i Gorgoroth sono un vero e proprio baluardo di questa sorta di movimento. I testi della band non sono mai stati resi pubblici perché gli autori ritengono che il messaggio debba arrivare esclusivamente a chi è pronto ad accoglierlo, quindi da un punto di vista ontologico possono essere considerati dei puristi/fondamentalisti (negli anni '90 l'ex cantante Gaahl - gay, vegetariano, pittore, torturatore freelance - fu anche coinvolto nel caso delle chiese cattoliche incendiate per dolo); dal punto di vista pragmatico, invece, hanno inserito, sia pure timidamente, delle "nuove" influenze derivate dal noise e l'industrial che spiccano in intervalli più che nell'amalgama della composizione.
Per quanto non sia di certo uno dei miei gruppi preferiti, devo ammettere però che Incipit Satan (l'unico loro album che ho ascoltato) me lo concedo volentieri, soprattutto quando non riesco a prendere sonno. Metto le cuffie, mi faccio qualche risata ascoltando gli arrangiamenti incredibilmente divertenti (vedi anche: goffi) e la batteria spesso insicura, e alla quarta o quinta canzone sto già dormendo.
Sulle tracce non ci sono molte cose da annotare - sentito un pezzo black metal, li hai sentiti quasi tutti, fatta eccezione per i progressisti - se non alcune particolarità. Ho trovato molto gradevoli i suddetti intermezzi ambient degni di un film horror (talvolta conditi con consueti versi rovesciati) e soprattutto l'ultimo pezzo, "When love rages wild in my heart", una proposta davvero insolita con una voce che ricorda a tratti la profondità vocale di Ian Curtis, per quanto la canzone pecchi del solito impaccio compositivo. E anche se sollecitano più sorrisi che ansie, senza alcun dubbio a loro spetta il Premio Simpatia.

Tracklist:
1. Incipit Satan 04:33
2. A World to Win 03:43
3. Litani til Satan 04:33
4. Unchain My Heart!!! 04:47
5. An Excerpt of X 05:50
6. Ein Eim av Blod og Helvetesild 03:09
7. Will to Power 04:28
8. When Love Rages Wild in My Heart 05:43

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