Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio.
Arthur Schopenhauer

giovedì 24 giugno 2010

Hot Chip - The Warning (2006)

Aridanghete! Altra recensione audiolesa, in attesa di nuovi scritti. Sto coltivando.

Prendiamo una giornata di merda, una di quelle giornate in cui ti svegli pronto per andare a dormire, con l'umore più che storto e senza che nulla ti faccia presagire qualcosa di buono.
Mettiamo che bevi il caffè: ti andrà di traverso.
Mettiamo che pucci la brioche nel latte di soia: avrai aspettato troppo per tirarla su e si spezzerà cadendo nella tazza spruzzandone il contenuto sul tavolo, sui vestiti e nei tuoi occhi.
È inevitabile, rassegnatevi. In queste giornate non c'è che da sperare di essere risucchiati da un buco nero. Ma la vera tragedia è che questo non accadrà.
Come rimediare, quindi? Come attutire l'impatto con siffatta aurea negativa?
Semplice: ascoltando "The Warning" degli Hot Chip.
Quello di cui scrivo è un disco decisamente mattutino perché non impegnativo (nonostante qualche velo di malinconia) e piuttosto "di atmosfera" (nonostante qualche pezzo moderatamente tamarro). Si tratta di musica elettronica piuttosto pop; ascoltandoli si ha come l'impressione di aver trovato il punto d'incontro tra i Notwist e i Kings of Convenience, con qualche spruzzata di una qualunque (nonché presunta) "indie band" che va di moda su Mtv. L'atmosfera festaiola si amalgama con quella più intimistica senza stonare, senza esagerazioni.
Qualche nota a sfavore, tuttavia, ce l'ho.
Sulla prima traccia, il bridge che media tra le strofe, ricorda fin troppo sfacciatamente l'intro di Born Slippy degli Underworld, ed io non l'ho colto come una semplice citazione, però devo dire che, nel contesto, ci sta.
La seconda traccia fa eco al campionamento di quel famoso pezzo, Music sounds better with you degli Sturdust, ve lo ricordate?
L'intro della sesta traccia, invece - e qua probabilmente sfioro la paranoia -, richiama la parte finale della bellissima I want you (ascoltate dal minuto 6:50) della bellissima Erykah Badu. Ma forse esagero. Sono un complottista, che ci volete fare?
Nel complesso, comunque, resta un disco più che godibile. Un disco dalle 9,30 AM.
Buona colazione.
Ah, occhio alla brioche!

Tracklist
01. Careful
02. And I Was A Boy From School
03. Colours
04. Over And Over
05. (Just Like We) Breakdown
06. Tchaparian
07. Look After Me
08. The Warning
09. Arrest Yourself
10. So Glad To See You
11. No Fit State
12. Won't Wash

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