Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio. Arthur Schopenhauer
venerdì 26 febbraio 2010
cinque mesi pesi peggio, cinque mesi fa
Non c'è null'altro da dire, almeno non per me.
Ma leggete le parole di chi è coinvolto in prima persona.
domenica 21 febbraio 2010
la rubrica della domenica #4
A chi dice: "sì, adoro Woody Allen... soprattutto il primo, quello comico".
Quanto siete prevedibili, fasulli ed intellettualoidi.
Quanto siete prevedibili, fasulli ed intellettualoidi.
lunedì 15 febbraio 2010
Marie Antoinette, un dilemma della celluloide

Dio mio (per dire, eh!), io non ci credo che possa esistere un film così tanto vuoto di contenuti. Ho provato a cercare un senso più profondo ed ho analizzato in particolare due possibilità:
1. Sofia voleva evidenziare il menefreghismo degli aristocratici a danno della popolazione che rischiava letteralmente di morire di fame per l'aumento del prezzo del pane, causato dall'inflazione che colpì la Francia, in seguito alle discutibili scelte di politica estera sostenute da un ingenuo, incapace ed infantile re.
2. Sofia voleva evidenziare un destino crudele che aveva colpito due giovani ignari, fortunati sì perché viveno nel lusso più sfrenato, ma condannati ad un destino infausto scaturito da una precoce morte di Luigi XV.
Niente, non c'è verso. Nessuna delle due ipotesi regge: nel primo caso la teoria è risibile in quanto Sofia il popolo non se l'è filato neppure di striscio e, l'unica volta che è apparso, è stato incomprensibilmente rappresentato come un'orda di barbari spietati assetati di sangue; la seconda teoria è invece lontanissima dal senso reale del film perché, per tutta la sua durata, i personaggi non fanno altro che partecipare a feste, scopare, ubriacarsi, giocare d'azzardo, considerando anche che la storia finisce (fin troppo frettolosamente, quasi troncata nel mezzo di uno scambio di frasi) prima del processo e dell'impiccagione dei regnanti, quindi la tragicità è prossima allo zero.
L'avete visto The strangers? Altra pellicola priva di qualunque senso che ha l'unico scopo (indubbiamente raggiunto) di far restare teso lo spettatore lungo l'intera sua durata e mostrare una crudeltà immotivata, ma dal risultato affatto gratuito.
È forse questa l'ottica giusta da seguire per giudicare appropriatamente Marie Antoinette. Il suo fine è quello di trascinare lo spettatore in un mondo poco più che adolescienziale ma senza demenzialità in eccesso, come Chagall dipingeva soggetti apparentemente infantili per scappare dagli orrori del suo tempo.
In definitiva, nonostante alcune scelte discutibili e un montaggio a tratti confuso nella primissima parte del lungometraggio, il fruitore ha la possibilità di appartenere ad un mondo caratterizzato dalla frivolezza di cui la sfarzosa aristocrazia della Francia immediatamente pre-rivoluzionaria si fa portavoce.
E questo è tutto, forse.
venerdì 12 febbraio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
in breve #4 - come rovinarsi la vita in tre semplici mosse
Passo 1
Nasci. Poi pazienta; vedrai che i successivi passi perverranno con atavico meccanismo senza farsi attendere a lungo.
Nasci. Poi pazienta; vedrai che i successivi passi perverranno con atavico meccanismo senza farsi attendere a lungo.
(Aforisma di chiara matrice nerorgasmiana.)
mercoledì 13 gennaio 2010
VenaViola - 360 muse (2007)

Ci sono delle persone a cui la musica ha rovinato la vita. Sì sì, proprio così! Persone a cui la musica ha provocato manie ed ossessioni che prima non avevano e che forse mai avrebbero avuto, se non fossero incappati in questo mondo di matematica, letteratura e rumorismi.
Su di me, poi, si accanisce oltremodo. A questo punto potrei raccontarvi di come alle 4 di mattina, aspettando un sonno che non arriva, penso quale melodia si addica ad un 5/4, ma non lo farò. Piuttosto voglio annotare di come ieri, ascoltando i VenaViola, sono stato assalito da un dubbio: "in quanti li avranno ascoltati e/o quanti li conoscono?". Chiaramente, un modo concreto e verosimile di ottenere tale risposta non esiste. Tuttavia ho penseto bene di controllare il profilo del gruppo su Last.fm (un sito che crea necessità che prima non avevi, ma pur sempre uno dei migliori mai concepiti), così ho letto che hanno 24 ascoltatori per 98 ascolti. Inaccettabile, soprattutto se si pensa che la metà degli ascolti sono miei.
I VenaViola sono un gruppo del casertano che si discosta molto dalla tipica scena underground maccheronica: non fanno punk, né hip hop, niente noise, e nemmanco grind. Bensì trip hop, genere alquanto insolito per noi italiani.
Siccome non voglio scoraggiarne l'ascolto, parto col lato amaro per poi lasciarvi col dolce sul palato. Quindi c'è da dire che non sempre splendono di luce propria e che spesso c'è quella sensazione di "già sentito" che - fateci caso - riporta ai (o agli? Che casino mettere l'articolo davanti ai nomi in inglese!) Slowdive. Ma ciò che fanno lo fanno bene ed in realtà, inserire caratteristiche dream pop che sanciscono l'allontanamento dalla modalità imperante del trip hop fatto à la Massive Attack o Portishead, non è neppure un fatto così negativo.
Ma la vera bellezza di questo album lo si trova in 360 Muse e Zanzare, peraltro uniche tracce con liriche in italiano. Le canzoni sono praticamente recitate, ma recitate davvero, dato che le interpreta un attore teatrale ingaggiato dalla band per l'occasione. State pensando ai Massimo Volume, lo so. Ma quà vi volevo! Perché, per una delle rare volte, ad ascoltarli i Massimo Volume non ti vengono affatto in mente, come invece può succedere con i Frammenti o i Dresda (comunque tanto di cappello). I testi sono a dir poco spiazzanti e l'atmosfera musicale richiama un non so che di metafisico. Considerate, inoltre, che questo è il loro primo lavoro, quindi direi che il risultato è davvero eccellente ed entusiasmante.
Ma basta cincischiare. Ascoltare per credere!
Il link che vi lascio vi collega a Punk4Free, il sito a cui avevano rilasciato l'album liberamente scaricabile.
Postilla: Colgo l'occasione per scoraggiare i gruppi italiani a cantare in inglese, un abitudine che hanno anche gruppi di rilievo (e di tutto rispetto) come Fine Before You Came, Yuppie Flu, One Dimensinal Man e via discoreggiando. Lo facevano anche i Negazione? E certo! Se in Italia non se li filava quasi nessuno e il loro pubblico era prevalentemente olandese, un linguaggio comune per farsi capire dovevano pur cercarlo.
Tracklist
1. The Word Freedom
2. Lightless World
3. 360 Muse
4. T.A.V.O.R.
5. Touched By The Wind
6. My Sweettely Coming
7. Zanzare
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