Prima di bruciare vivo il geniale e profondo Vanini, gli strapparono la lingua, perché egli, con essa, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo simili cose, mi vien voglia di bestemmiare questo Dio. Arthur Schopenhauer
martedì 28 giugno 2011
Pygmy Lush - Old Friends (2011) ovvero come la musica sia giustamente soggetta ad evoluzione
La prima volta che sentii musica screamo (credo circa tre anni fa), non ricordo che gruppo fosse, ma ricordo il disappunto che suscitò in me. “Non è musica, questa” affermavo forte dei Napalm Death di Scum e From Enslavement to Obliteration. Un po' alla volta, forse per deridere il genere, forse per sfidare il mio apparato uditivo, cominciavo ad incrementare gli ascolti verso questa direzione ed imparavo di stare sbagliando quando, platonicamente, incontrai La Quiete – “che non vuol dire calma, relax [cit.]” - e l'amore mi pervase. Presto seguirono Saetia, Orchid quindi Ampere, Loma Prieta, Funeral Diner fino a trovare i capostipiti One Eyed God Prophecy, Union of Uranus, ecc... Procedendo per gradi, insomma, e avendo scoperto quanto tutto ciò mi strizzava l'occhio svelando siffatta congenialità, sono diventato un vero appassionato del genere, tant'è che oggi concedo molto meno spazio all'hc che un tempo troneggiava fiero ed indiscusso nei miei padiglioni auricolari.
Molto recente è stato l'approccio ai Pg.99, screamo band massiccia con pesanti influenze metal che, scioltasi, ha lasciato convergere alcuni dei componenti verso i Pygmy Lush, questi ultimi esorditi nel 2007 con un disco decisamente anticonvenzionale in cui alternavano pezzi di caotico post-hardcore a pezzi indie-folk che inducono ad una molto gradevole destabilizzazione dell'ascolto. Il 2008 i Pygmy Lush lo consacrarono all'indie-folk buttando fuori Mount Hope: album imperdibile per conciliarsi col proprio universo interiore.
Nel 2009, in uno split con le Turboslut, i PL rispolverarono caos e distorsori riproponendo l'alternanza di situazioni già vista due anni prima. Ma nel 2011, con Old Friends, sono tornati ad accarezzare gli strumenti sussurrando di atmosfere più intime e cupe (Penny On My Deathbed), come se fosse il risultato dell'estremizzazione dello screamo. Ecco che tutto si ricollega.
In definitiva, sono rimasto così piacevolmente colpito dai PL che ultimamente fatico a non ascoltarli e trovo ingiusto fingere di ignorarli, inoltre mi hanno anche spinto a risentire altri album folk che avevo da anni ma che tuttavia un po' snobbavo.
Senza evoluzione non c'è vita: la prossima volta che un vecchio babbione dirà che i Beatles o i Pink Floyd sono il miglior gruppo di sempre, gli tirerò un pugno sul grugno senza aggiungere altro. E a chi dirà che Jimi Hendrix sia il miglior chitarrista di tutti i tempi succederà lo stesso. Anche voi fareste bene a seguirmi negli intenti perché, se ci attachiamo a certe stronzate, allora nessun altro avrebbe dovuto fare musica dopo la morte di Mozart.
Old Friends Tracklist:
01. Yellow Hall 04:06
02. Chance 03:42
03. Good Dirt 04:20
04. In A Well 02:41
05. Night At The Johnstown Flood 02:53
06. I'll Wait With You 05:30
07. Penny On My Deathbed 03:04
08. A Weird Glow 02:16
09. Admit 03:02
10. Old Friends 04:07
11. January Song 02:39
12. Pals 07:09
venerdì 10 giugno 2011
Dei quesiti refendari
Da N mesi si fa gran parlare del referendum del 12/13 giugno: si fa, non si fa perché non si fa più neanche il nucleare, no invece si fa, cercano di disinformare la massa affinché non si raggiunga il quorum, forse non si fa di nuovo, eh no ho detto che invece si fa quante volte devo dirlo.
Non so da dove sia giunta la fobia del boicottaggio del referendum, probabilmente la TV ha denunciato la disinformazione di cui è artefice, così tra un quiz e un reality la gente si è svegliata ascoltando la voce della controinformazione. Magari è stato il Gabibbo. Sì... Fatto sta che l'allarme ha raggiunto praticamente ogni fascia d'età. Alla faccia del boicottaggio!
Innanzi tutto, specifichiamo che l'unica cosa che desti una reale preoccupazione sia la privatizzazione dell'acqua, perché 1) gli impianti nucleari ora che saranno pronti all'uso (ammesso che non sia solo una truffa legata agli appalti), per l'epoca saranno inutilizzabili a causa della scomparsa dell'uranio o - più probabilmente - del suo costo mastodontico, 2) il legittimo impedimento serve solo a farci credere che noi abbiamo un potere sul futuro del premier (uno qualunque, non Lui) e della classe politica, e la cosa fa ridere di per sé visto che per essere al di sopra della legge NON serve una legge... questione di semantica, mica altro!
L'unica cosa che dunque vale la pena sapere, è che il passo della privatizzazione dell'acqua è previsto non (solo) da Berlusconi, non (solo) dal centro-destra (o sinistra, che è uguale), ma più generalmente dall'Unione Europea [Fonte], la quale non prevede l'utilizzo di strumenti referendari che influiscano sulle decisioni politiche ed economiche della società (la nostra vita, insomma).
Cosa aggiungere a questo punto? Cosa posso dire? Non andate a votare?
Andateci, invece. Basta esser coscienti dell'inutilità dell'atto se non in qualità simbolica.
"Partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri", lui cantava.
P.s. Lo sapevate che "Titì titì" è il verso utilizzato per richiamare le galline nella cultura rurale calabrese? Non aggiungo altro.
lunedì 6 giugno 2011
Carlito - Carlito (2010)
In seguito allo scioglimento, trovandosi orfani del fondatore, gli ex componenti dei C.S.C.H. hanno deciso di portare comunque avanti il progetto preservandone l'attitudine e il sound cambiando tuttavia connotati. I Carlito, quindi, sono un gruppo nuovo già rodato. Ma chiudiamo qui le presentazioni, ché in fondo poco contano.
Come ama definirlo il chitarrista Cesare, lo stile dei Carlito è un “hardcore ignorante” incline al rock'n'roll, simile a quello dei Redrum, aggiungo io. In sostanza la scuola è quella degli Zeke: ritmi serrati, riff di chitarra carichissimi, bending, durata media dei pezzi intorno ad 1,40 minuti.
Anche se non appartengono proprio alla frangia HC che preferisco a causa delle influenze r'n'r, personalmente posso dire di aver apprezzato in particolare le ultime tre tracce per le melodie e l'evidente ispirazione (e qui c'è anche da evidenziare la partecipazione di un chitarrista esterno sul solo de “La Regina”). Non so se la produzione sia DIY o meno, ma resta il fatto che gode di una registrazione ed un missaggio di tutto rispetto e di un giusto equilibrio tra i volumi degli strumenti e voce come non accade spesso nell'ambiente (come avevo detto, non sono principianti).
Probabilmente non portano grosse novità nel genere, ma la genuinità del risultato è garantita e decisamente godibile. Del resto l'HC old school sembra essere intramontabile.
Ice Cold Beer!
Tracklist:
01. Aiuto aiuto
02. Inevitabile
03. Defaticamento
04. Il bulgaro
05. Solo
06. La fama
07. Non ti servo più
08. Maledetto Benedetto
09. Why Cesare? ...Because yeah!
10. La regina
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